Turismo

Over tourism. Tropea analizza ticket d’ingresso

Se la bellezza va governata e la qualità va difesa, ipotizzare o sperimentare come ha annunciato di voler fare Venezia, proporzionati contributi di ingresso nel perimetro più prezioso della Città, non soltanto significa ed impone una sana e legittima regolamentazione ed una doverosa tutela della eco-sostenibilità e della fragilità dei luoghi, ma contestualmente induce ad elevare la qualità dei target, selezionando tra chi apprezza di più o di meno siti, patrimoni e destinazioni turistico-culturali-ambientali ed esperienziali. In questa cornice e con questa prospettiva, un ticket d’ingresso anche al Salotto Diffuso di Tropea non guasterebbe, specialmente in agosto, quando la cittadina viene presa letteralmente d’assalto. È quanto ha spiegato il Sindaco Giovanni Macrì intervistato ieri (giovedì 18) da Radio Cusano nell’ambito del programma AAA CERCASI STABILITÀ, condotto da Livia Ventimiglia e Simone Lijoi, parlando del fenomeno dell’over-tourism e degli effetti negativi che può determinare anche e soprattutto per destinazioni piccole, preziose e fragili come Tropea, con numeri importanti ormai quasi tutto l’anno, ma ovviamente esponenziali ed insostenibili in estate. Specialmente nel mese di agosto – ha aggiunto il Primo Cittadino – fatte le dovute proporzioni e differenze, Tropea registra le stesse criticità di Venezia: un vero e proprio assalto alla diligenza. Con un’estensione di 3,5 chilometri quadrati, sei mila anime, circa 7000 posti letto destinati ai viaggiatori, si trova ad affrontare fino a 50 mila presenze nell’arco di 24 ore. L’over-tourism si governa o si subisce, con effetti devastanti. Non c’è una terza possibilità. Limitato ad alcuni periodi dell’anno – chiarisce – un proporzionato ed accessibile ticket di ingresso potrebbe sicuramente aiutare il governo complessivo del territorio e contribuire a garantire servizi di qualità in aggiunta al valore aggiunto derivante dalla gestione ottimale della tassa di soggiorno che a Tropea – ha continuato nell’intervista – noi investiamo sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni culturali, sulla riqualificazione del territorio, sulla creazione di servizi, nella messa in atto delle nostre politiche di marketing e di internazionalizzazione. Per essere apprezzate – ha concluso Macrì – le cose belle vanno pagate, come conferma l’esperienza in tutti i settori, a partire da quello delle professioni.

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