Cultura

Con Tarallucci e Vino in scena il vero volto della Calabria

Scritto da Beatrice Lento

Non é semplice descrivere la serata vissuta a Tropea il 13 Settembre in una delle terrazze sul mare più belle del mondo: la Piazza magica che si affaccia sullo Scoglio dell’Isola e sulle montagne di fuoco delle Eolie.
Per ammirare l’esclusivo scenario nessun fondale ha chiuso l’imponente cornice di luce che ha illuminato l’evento Tarallucci & Vino, tappa finale di un Tour specialissimo voluto da Libera Vibo, che prima di Tropea ha toccato tante altre località della provincia.
Per l’incontro tropeano é scesa in campo l’Associazione di Volontariato sos KORAI Onlus che ha ricevuto da Libera il privilegio della sua organizzazione, partendo dalle provocazioni offerte dal libro di Don Marcello Cozzi “Ho incontrato Caino”, ed ha ottenuto il Patrocinio e il contributo economico del Comune.
Tema forte e scottante quello affrontato che muove i suoi passi a partire dall’esperienza che il Sacerdote, già Vicepresidente Nazionale di Libera e oggi Coordinatore del Sevizio Nazionale Antiracket e Antiusura e di accompagnamento ai testimoni di giustizia, ha vissuto incontrando pentiti eccellenti di mafia.
Tema delicato e inquietante che non ha frenato anzi ha alimentato la partecipazione: centinaia di persone si sono strette, in un cerchio magico, attorno al Religioso che si é aperto alla folla senza esitazioni, riuscendo ad arrivare al cuore di ognuno.
“ Ho avuto l’onore di essere io a dialogare con Don Cozzi” dice Beatrice Lento, Presidente dell’Associazione curatrice dell’evento a Tropea” e questo mi ha caricato di una grande responsabilità, ho capito che si sarebbe giocata una partita importante per la crescita della Comunità ed è per questo che personalmente e come Associazione ce l’abbiano messa tutta, la scommessa è stata vinta e lo dimostrano il successo di pubblico, al di là di ogni più rosea aspettativa, e la voglia di apprezzamento manifestata da tantissimi.
I partecipanti sono rimasti ‘inchiodati’ alle sedie e, nella stragrande maggioranza alla piazza, per oltre tre ore, affascinati dalle emozioni sia del dialogo in scena che dello splendido Concerto ‘Seconda stella a destra’, realizzato grazie alla vicinanza del Medico Veterinario e Musicista tropeano Carmine Barrese che ha coinvolto alcuni suoi amici artisti e ne ha assunto la direzione artistica.”
Nella conversazione la Lento, da professionista della Scuola, ha calcato la mano sull’educativo facendo emergere il ruolo importante svolto nel contrasto alle mafie dalle varie Agenzie Formative, da ex dirigente dell’Istituto Superiore di Tropea si è valsa dell’intensa collaborazione con Libera Vibo, guidata allora da Mons. Fiorillo, partecipante all’evento, che ha anche favorito la venuta di Don Luigi Ciotti nella scuola tropeana e da Presidente di una realtà associativa incentrata sulla donna non ha mancato di evidenziarne il ruolo essenziale nell’inversione di rotta che il suo potere e il suo amore nei confronti dei figli può realizzare anche all’interno del fenomeno mafioso.
Effettivamente, come sottolineato anche dal Referente di Libera Vibo, Giuseppe Borrello, nel suo intervento introduttivo, le donne di ‘ndrangheta oggi, in molti casi, stanno diventando una minaccia dall’interno, soprattutto per il desiderio di salvare i figli. La Lento menziona Angela, l’unica donna tra i “Caino” di Don Cozzi che, sia pure intrappolata nella logica delle faide, dichiara:” Io non voglio che i miei figli crescano come loro, io voglio salvarli”, ricorda anche Peppino Impastato, chiaro esempio di come l’orizzonte di nessuna vita sia irrimediabilmente segnato dalla nascita in un contesto sbagliato e cita, nel suo conversare, anche il grande e profetico Vescovo di Molfetta Don Tonino Bello con la sua famosa frase:” …l’ assassino non è un mostro, è un nostro”
Ad inizio di serata Borrello ha anche ricordato come, al momento, il nostro territorio registri numerosi atti intimidatori ai danni delle attività economiche ed ha esaltato il no forte e chiaro di imprenditori come Carmine Zappia, presente in Piazza, che ha denunciato senza esitazione, perché non sono sufficienti le indagini occorre l’impegno di tutti, tema ripreso dal Vicesindaco Roberto Scalfari che ha voluto aggiungere al saluto dell’Amministrazione Comunale un messaggio forte, rivolto a tutti, di impegno individuale costante se si vuole costruire insieme una Comunità veramente civile e libera.
Tarallucci e Vino ha preso il via, come programmato, alle 21 in punto, con due splendidi brani seguiti, dopo i saluti di Libera Vibo e del Comune di Tropea, da un terzo, le esecuzioni hanno introdotto sulla scena tutti i protagonisti del Concerto: i musicisti, Carmine Barrese al Piano e Diego Barbalace al Violino, e le incantevoli Soprano Gemma Fazzari e Caterina Francese con alcune sue allieve del Cantiere Internazionale Musicale di Mileto da lei diretto.
E proprio da una delle tre canzoni ha preso il via l’ intervento di Don Marcello Cozzi che ad inizio di conversazione con Beatrice Lento ha sottolineato la significatività di un’affermazione contenuta nel brano della Mannoia eseguito poco prima da Gemma Fazzari:” Quante volte condanniamo questa vita illudendoci di averla già capita”. Il Sacerdote ha voluto condividere con il pubblico la sua ricca e sofferta esperienza nelle carceri evidenziando soprattutto la complessità dell’uomo che può macchiarsi di colpe terribili ma può anche cambiare trasformandosi in una persona completamente diversa dalla precedente. Ad un’osservazione della Lento sugli effetti del isolamento previsto dal 41 bis, Don Marcello ricorda Gaspare Spatuzza che dice:” Per la prima volta mi sono guardato dentro, quelle quattro mura erano diventate come degli specchi nei quali iniziavo a vedermi e a vedere il male compiuto in quegli anni.”
Effettivamente il carcere duro con l’ introspezione forzata che produce fa cogliere a molti criminali il grande inganno che li ha travolti. Don Cozzi insiste molto sul tormento che logora i pentiti come Spatuzza che si porta dentro per sempre l’espressione con cui don Pino Puglisi lo ha guardato un attimo prima di essere ucciso allo stesso modo di Giuseppe, il killer di don Peppe Diana, che un giorno disse a Don Marcello che mai avrebbe dimenticato gli occhi del parroco di Casal Di Principe mentre lo ammazzava.
Il Sacerdote ha evidenziato anche come non sia possibile dividere il mondo
in “per sempre buoni” e “ per sempre cattivi”, che il ritorno di Caino è possibile e che ogni vita sostenuta durante quella lenta e difficile risalita è un bene confiscato alle mafie, il bene più prezioso.
Tantissime altre riflessioni sono emerse nelle risposte alle numerose domande dei partecipanti all’evento che per tutto il tempo hanno mantenuto alta l’attenzione. Anche il messaggio rivolto ad Abele ha emozionato il pubblico che si è simbolicamente stretto ai familiari delle vittime innocenti delle mafie. Beatrice Lento ha ricordato in particolare la testimonianza resa più volte, nell’Istituto Superiore di Tropea da lei guidato per 14 anni, da Matteo Luzza che ha raccontato agli studenti la storia di suo fratello Pino ucciso perché colpevole dell’amore per una ragazza che le famiglie malavitose volevano usare come un oggetto per stringere alleanze tra i clan.
Le suggestioni della serata sono proseguite col concerto che ha proposto testi molto coinvolgenti, perfettamente in tema con l’argomento affrontato e con le finalità di Libera e di sos KORAI: giustizia, diritti, dignità della persona, dimensione donna. Alcuni brani più festosi come “ Il cielo è sempre più blu” sono stati accompagnati dal battito delle mani mentre altri più tormentati e laceranti come
” Le lacrime di Marzo” e “ Il peso del coraggio” hanno inumidito gli occhi ma la gioia di aver vissuto insieme una serata bella, nel segno della condivisione di impegno per un mondo migliore, ha lasciato in tutti una sensazione di serenità, quella che accompagna sempre la coscienza pulita.
“Ero certa del successo dell’evento” dichiara la Lento “ma non mi aspettavo che la partecipazione fosse così imponente, me ne sono chiesta il perché e sono sicura che l’elemento determinante sia proprio la sua corrispondenza al desiderio diffuso di Legalità e di serena Convivenza Democratica che oggi connota il nostro territorio, effettivamente in Piazza Cannone a Tropea con Tarallucci e Vino c’era il volto vero, fresco e pulito, della Calabria.”

Chi è l'autore

Beatrice Lento

Docente e poi dirigente scolastica in quiescenza, specializzata in pedagogia, dopo aver guidato per oltre un decennio l'Istituto di Istruzione Superiore di Tropea, è attualmente presidente dell'associazione di volontariato Korai.

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